Tra noi e l’amministrazione ci possono essere tantissime cose che ci dividono,
ma di fronte al demone della ludopatia si è tutti uniti
Questo 25 novembre abbiamo votato a favore della delibera consiliare che autorizza la Giunta, a procedere in appello presso il Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar in merito all’apertura di una sala gioco a ridosso del Ponte di Tencarola, nelle vicinanze del centro parrocchiale e degli impianti sportivi Ceron, previa una perizia sulla percentuale di superfice comunale messa a disposizione per le sale gioco in ottemperanza alle attuali norme del relativo Regolamento comunale.
Dichiarazione di voto del 23/11/2017 [potrebbero esserci delle leggere differenze tra il testo qui riportato e la versione espressa oralmente in Consiglio]
Mi dispiace che il suggerimento* del mio collega Biasio non si possa applicare a questo caso essendo lo stabile già in zona produttiva.
In questa lotta alla ludopatia avevamo promesso di muoverci unitariamente alle scelte del Consiglio e della Giunta, voteremo dunque a favore sia dell’emendamento, che della mozione.
Ma lasciatemi aprire una finestra di carattere generale sull’argomento:
già nel 1600, il demone del gioco era rappresentato come un drago coperto di carte e dadi, nell’atto di divorare castelli e arraffare forzieri.
Oggi quel drago pascola ancora per le nostre comunità, ha cambiato nome, è diventato una malattia: la ludopatia, le carte e i dadi sono stati sostituiti da slot, ma i drammi delle famiglie rovinate sono gli stessi d’allora.
La nostra comunità non ama il gioco d’azzardo, se pur lecito, e ancor meno vorrebbe una sala gioco a pochi metri da un patronato o da una scuola.
Abbiamo provato a regolamentare l’apertura delle sale da gioco, abbiamo dato ascolto al TAR, eppure, ci è stato dato nuovamente torto: 500 metri sono troppi e ledono la libertà della libera impresa.
Ma qual è la distanza giusta per il Tar o per i privati per tutelare i nostri giovani: 500, 300, 250? Metteremo le macchinette negli atri delle scuole?
Apro un’ulteriore finestra. Sì, mi preoccupa una sala giochi vicino ad un patronato, ma mi preoccupano ancor di più le centinaia di macchinette mangia soldi distribuite tra bar e tabaccherie.
Mia figlia, ha 13 anni, non frequenta una sala giochi e non può giocare con una slot, ma so già che domani mattina si troverà al bar per fare colazione con gli amici, e probabilmente starà a pochi metri da una macchinetta, se pur più o meno nascosta per legge, e avrà sotto gli occhi, adulti, magari giovani maggiorenni un po’ più grandi di lei che giocano. È questo l’esempio che vogliamo dare, come adulti, come comunità?
Proprio ieri al centro Brentelle c’era una coppia di genitori con un bimbo tra le braccia, che giocavano senza porsi problemi sotto gli occhi di tutti. E’ questo l’esempio che vogliamo?
In questa lotta alla ludopatia:
evidenziamo l’inerzia del Parlamento in merito ad una reale volontà di contrastare la ludopatia: fa comodo all’Erario incassare 13 miliardi e 725 mila euro; è una tassa occulta.
Evidenziamo l’inopportunità della Regione che, a differenza di altre regioni, non ha imposto una distanza minima delle sale gioco dai luoghi sensibili, demandando la decisione ad ogni singolo comune e generando una miriade di ricorsi.
Interessante è la scelta dell’Amministrazione di Pavia, che con il progetto “Quartieri no slot” attua delle strategie mirate a compensare i mancati guadagni degli esercenti che rinunciano alle macchinette. Andrà valutato se vi sia la possibilità a Selvazzano di individuare degli strumenti che premino o non premino fiscalmente gli esercizi pubblici che rinunciano o meno alle slot.
Grazie.
Antonio Santamaria
segretario PD Selvazzano D.
*ndr: il consigliere Biasio già all’approvazione del Regolamento comunale sul gioco lecito e successivamente in commissione consiliare del 23/11, chiedeva all’Amministrazione di approfondire se, nella specificità del caso di Selvazzano, si poteva applicare la Legge della Regione Veneto n. 30 del 30/12/2016 che prevede che fino all’adeguamento degli strumenti di pianificazione urbanistica dei comuni la collocazione delle nuove sale gioco vadano collocate, per i comuni come il nostro dotati di PAT (Piano d’Assetto del Territorio), nelle aree destinate alle attività produttive.
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